L’European Digital Identity Wallet (EUDI) è il prossimo passo per l’identità digitale in Italia e in Europa che secondo la roadmap proposta dalla Commissione, dovrebbe essere nelle mani di tutti i cittadini europei per settembre 2023. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.
Il Digital Identity Wallet è la versione dematerializzata di diverse attestazioni per consentire a cittadini e a imprese di accedere a un sistema di riconoscimento interoperabile, che dia la possibilità di archiviare e utilizzare i dati legati all’identità digitale per l’accesso a un set di servizi ampio e diversificato. È intrinsecamente anche lo strumento per invertire il paradigma di gestione dei dati personali che rimangono in pieno controllo dell’interessato/utente (SSI - self sovereign identity), che decide quali informazioni condividere e con quali soggetti. Il Wallet si presenta come un’app che garantirà far le altre cose la sicurezza delle informazioni e la trasparenza dei processi di condivisione e utilizzo dei dati, così che gli interessati (utenti) possano prendere decisioni consapevoli ed essere informate su ciascuna interazione nel mondo digitale. Il digital wallet sfrutta una serie di credenziali di identità digitali sicure per verificare gli utenti ogni volta che può essere richiesto, ad esempio, quando si apre un conto bancario, si affitta un appartamento, si registra un'attività o si effettua un pagamento rapido e semplice. Semplifica la verifica in un'unica soluzione semplice rispetto a governo, amministrazioni e aziende che sfruttano diverse autenticazioni per fornire a clienti e cittadini l'accesso a servizi e dati.
L’interfaccia proposta
La Commissione ha ipotizzato un’interfaccia, che consentirà di visualizzare in maniera chiara quali dati o attributi sono obbligatori o facoltativi per l’accesso a uno specifico servizio, lasciando all’utente la facoltà di decidere quali tra questi condividere con il Service Provider fornitore di servizi pubblici o privati.
Implicazioni organizzative per l’ecosistema wallet
Oltre a ruoli più tradizionali, come il provider dell’identità, la Commissione europea introduce due nuove figure, che contribuiranno stando alle bozze di progetto, a costruire e arricchire il wallet:
- Il Provider del wallet, che si occuperà di fornire il supporto tecnologico per la distribuzione del sistema e per l’aggregazione di diversi certificati.
- Il Provider delle attestazioni (certificate e non)che contribuiranno ad arricchire la proposta di valore dell’EUDI e a moltiplicarne le potenzialità di valorizzazione, emettendo certificati che comprovino alcuni attributi dell’utente. Questi potranno essere di natura certificata, come il possesso di un titolo di studio emesso dalla propria università, ma anche non certificata, includendo potenzialmente qualsiasi badge o card che abbiamo nel nostro portafoglio, come la tessera dei trasporti o le carte fedeltà.
Il prossimo step
Il prossimo passo nella roadmap definita dalla Commissione europea è affidata agli Stati membri, che hanno il compito di accordarsi per i test pilota che sperimenteranno diverse soluzioni di identità digitale basata su wallet. I piani per introdurre un portafoglio digitale dell'UE sono quindi in lavorazione dallo scorso anno, con un obiettivo fissato per i progetti pilota. L’obiettivo è quello di identificare le best practice provenienti da queste sperimentazioni, costruendo in ottica collaborativa a livello comunitario un nuovo strumento abilitante per le interazioni online e offline dei cittadini europei. Al momento, l’unica collaborazione nota è il EU Digital Identity Wallet Consortium, formato da Svezia, Spagna e Finlandia. La partnership è nata da un gruppo di imprese del settore pubblico svedese. Al momento, il EU Digital Identity Wallet Consortium ha definito due use cases: il primo per i viaggi, con focus sul green pass, e il secondo per le credenziali aziendali, con focus sulle entità legali. Si ipotizza che un terzo focus possa riguardare la valorizzazione di più attestazioni per migliorare l’esperienza degli utenti.